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CAA, cos’è e perché viene definita “Aumentativa” e “Alternativa”

Comunicazione Aumentativa Alternativa, In Evidenza Di Gen 10, 2024

Tutte le persone utilizzano molteplici forme di comunicazione, in base al contesto e alla propria relazione con l’interlocutore. Vi è però efficacia solo quando l’intento e il significato di un individuo è inteso da un’altra persona o gruppo di persone.

L’insieme di strategie e di conoscenze per facilitare la comunicazione, che va sotto il nome di Comunicazione Aumentativa e Alternativa, rappresenta la modalità ecologica per favorire lo sviluppo della comunicazione e del linguaggio. La definizione di Linda J. Burkhart dell’ISAAC descrive la CAA come un insieme di strumenti e strategie che un individuo utilizza per risolvere ogni sfida comunicativa quotidiana. La comunicazione può assumere molte forme, come il discorso (linguaggio verbale), uno sguardo condiviso, testi, gesti, espressioni facciali, tatto, linguaggio dei segni, simboli, immagini, dispositivi tecnologici di generazione del linguaggio (ausili per la comunicazione). Da queste parole si evince come strategie compensative come questa, atte a favorire il successo nella comunicazione nel qui ed ora, siano la via migliore per la riabilitazione funzionale, non solo per quella sociale!

Nel corso del presente approfondimento vedremo, nel dettaglio, di cosa si tratta e cercheremo di rispondere alle domande più frequenti.

Quanto precocemente può iniziare l’intervento di CAA? Quali pre-requisiti sono necessari?

Non ci sono limiti d’età e non ci sono prerequisiti per iniziare un percorso di CAA. Tale pratica comincia come una madre inizia l’interazione con il proprio neonato. Sono le risposte che la madre fornisce al bambino che costituiscono un sistema di comunicazione in divenire. Poniamo come esempio il pianto del bambino che grazie alle risposte della madre (risposte di accudimento, rassicurazione, soddisfazione del bisogno di fame e sete, ecc…) si differenzia nel volume, nel tono ed in altre peculiarità che lo rendono riconoscibile a seconda del bisogno da soddisfare.

Inoltre, per quanto riguarda il linguaggio verbale, possiamo affermare che nessuna madre aspetta che il proprio figlio cominci a parlare con un’organizzazione linguistica grammaticale (la quale avviene attorno al terzo anno di vita) per comunicare con lui.

Quali sono le possibilità di questo intervento per le persone con grave disabilità?

l’intervento precoce è fondamentale per evitare l’acquisizione di un’impotenza comunicativa secondaria e per favorire lo sviluppo della comunicazione. Ad esempio, se i genitori interpretano le azioni del bambino come un modo di comunicare, comincia a co-costruirsi un sistema di scambio ed interazione reciproco e significativo.

Alcuni esempi sono i cosiddetti giochi sociali della prima infanzia, basati sulle possibilità cognitive del bambino, che vanno a supportare costantemente lo sviluppo della comunicazione (per es. il gioco del solletico, cucù tetè, ecc…).

Ma con gli esempi è possibile andare ancora più lontano, alla vita intrauterina, quando ad un assenza di movimento della madre il bambino risponde con il proprio movimento che a sua volta scaturisce una reazione emotiva e vocale nella madre che ne rinforza l’atto interattivo che diventa comunicativo.

Quali sono i prodotti tecnologicamente più avanzati proposti attualmente?

Attualmente, tra le nuove tecnologie avanzate, tra quelle più consigliate vi è il comunicatore ad alta tecnologia a controllo oculare, detto anche “puntatore oculare”. Questo perché ha un approccio diretto al display simile al raggiungimento e al tocco dello schermo e perché non risulta invasivo, non necessitando di contatto con il paziente.

Probabilmente lo sviluppo dell’AI generativa contribuirà a rendere più rapida la comunicazione di persone che utilizzano la CAA, attualmente penalizzate dalla ancora grande differenza di tempo che passa tra l’elaborazione di un pensiero e la composizione del messaggio soprattutto nella comunicazione dialogica (conversazione).

Quali sono i vantaggi dei sistemi tecnologici con uscita in voce detti comunemente “Comunicatori” rispetto ai sistemi cartacei low-tech (a bassa tecnologia) basati su immagini?

La CAA risulta essere anche una facilitazione per le persone con abilità verbale, non solo per le persone con disabilità! La sintesi vocale e l’audio registrato veicolato dagli ausili per la comunicazione aiuta i partener comunicativi a comprendere la persona con disabilità. Inoltre gli ausili high-tech permettono una maggiore organizzazione e categorizzazione dei supporti comunicativi, rendendoli più facilmente utilizzabili ed accessibili sia per le persone con disabilità motoria che cognitiva.

Perché è importante supportare la comunicazione?

Alcuni studi hanno dimostrato un recupero della funzione verbale in soggetti adulti con cui è stato utilizzato un approccio basato sulla conversazione mediata da tutte le forme possibili di CAA. Oggi la comunità scientifica è in grado di affermare che la via privilegiata al recupero della funzione verbale è la via pragmatica della comunicazione.

Per farmi comprendere più facilmente propongo sempre un’immagine: pensiamo alla comunicazione come un terreno ed al linguaggio come un seme, dobbiamo fare in modo che il terreno della comunicazione resti fertile affinché il seme del linguaggio possa crescere e portare frutto. Il successo nella comunicazione rappresenta il miglior modo per far sì che il terreno non inaridisca.

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Autore

Marco Gagliotta è Terapista della Riabilitazione e referente per la Comunicazione Aumentativa e Alternativa di alcuni Centri Campani. Si impegna, da oltre 10 anni, nella diffusione e divulgazione di una nuova cultura dell'integrazione attraverso gli ausili tecnologici ed informatici. Insieme a "SARA - Servizi per l'Autonomia, la Riabilitazione e l'Apprendimento", si occupa di condurre una valutazione dinamica anche per soggetti con grave disabilità cognitiva, oltre a proporre percorsi educativo terapeutici individuali e di gruppo finalizzati ad aumentare la partecipazione e l'interazione.

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